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Drugman Fredi, Edificio residenziale via Toscana

Autore: Drugman Fredi
Titolo opera: Edificio residenziale
Indirizzo: Via Toscana, 6, Monza
Anno: 1957 - 1959

Descrizione: L'edificio di via Toscana 6 è il primo realizzato all'interno del lotto destinato all'edilizia convenzionata esteso tra la stessa via Toscana e la parallela via Liguria. Entrambi i corpi di fabbrica costruiti sull'area si dispongono perpendicolarmente alle strade su cui affacciano e si distinguono nel contesto urbano per il rivestimento a mattoni. Il primo corpo di fabbrica tuttavia presenta una maggiore articolazione del volume: la regolarità della pianta rettangolare è infatti rotta dalla sagomatura delle logge e dalle cuspidi dei vani scala percepibili sul prospetto principale e dall'aggetto delle porzioni laterali sul retro, a partire dal secondo livello. La copertura a quattro falde, con manto in tegole marsigliesi, esibisce inoltre un andamento a spiovente abbastanza complesso, "scivolando" sulle parti sporgenti e lasciandosi forare dai lucernari che illuminano le scale. L'edificio ha una struttura mista, leggibile sui prospetti est e ovest, risolta con un telaio di travi e pilastri in cemento armato e murature portanti perimetrali. Tale sistema costruttivo, oltre che da ragioni oggettive di costo moderato, è motivato “dall'intendimento di portare il paramento di laterizio all'esterno non come un rivestimento, ma sulla base di una precisa motivazione di indole costruttiva. Il ruolo di alludere, più che denunciare, le murature portanti resta affidato alle piattabande sopra le finestre e ai cordoli marcapiano realizzati in mattoni di fascia sulla correa”. Il volume si articola in quattro piani fuori terra adagiati su un seminterrato dedicato al ricovero delle auto e alle cantine. Un portico, immaginato come spazio di gioco all'aperto, conduce ai due blocchi scala, posti in posizione intermedia all'interno del corpo di fabbrica, da cui si ottiene l'accesso a due alloggi per piano. La palazzina ospita per ogni livello quattro appartamenti, con due tipi di tagli differenti: su richiesta della committenza, infatti, le residenze si configurano come trilocali o quadrilocali di rispettivamente 64,50 mq e 87 mq di superficie. Le unità più piccole, collocate nella porzione centrale del complesso, presentano un atrio su cui si affacciano le porte della cucina, del soggiorno, del bagno e delle due camere da letto. Gli appartamenti di 6 vani, invece, hanno un piccolo ingresso da cui si raggiunge la cucina, il soggiorno e il disimpegno antistante le 3 stanze da letto e il servizio igienico. In entrambi i casi i locali della zona giorno sono rivolti verso sud e si completano con ampie logge pensate come spazi per il soggiorno all'aperto; i bagni e la zona notte, al contrario si rivolgono a nord con aperture ridotte, determinando un prospetto piuttosto introverso rispetto al fronte opposto. La distribuzione planimetrica così predisposta consente a ogni abitazione di godere della medesima vista verso l'esterno. Gli appartamenti inoltre presentano un doppio affaccio che avvantaggia la ventilazione degli ambienti interni, come l'adozione di grigliati di aerazione per le cucine. Per quanto riguarda le finiture, l'architetto sceglie un rivestimento a marmette quadrate per i pavimenti, serramenti in legno verniciato, tapparelle in legno avvolgibili. Come d'uso nei progetti dell'epoca, l'architetto si occupa del disegno di ogni dettaglio: i disegni d'archivio mostrano infatti lo studio dell'atrio di ingresso comune in cui sono collocate le cassette della posta, l'andamento della scala, la soluzione del vano per la raccolta dei rifiuti e alcune variazioni del paramento murario. L'attenzione riservata da Drugman alla configurazione dei paramenti in laterizio, come elemento altamente qualificante di un'edilizia povera, si coglie fin dalla recinzione che delimita il lotto lungo via Toscana: il progettista infatti combina una bassa ringhiera metallica con un possente muro in mattoni, movimentato dalla sporgenza di pilastrini quadrati e dalla rientranza di alcune fasce della tessitura.

Autore scheda: Tratto da Coppa A. (a cura di), Monza Architetture Contemporanee, Comune di Monza, Monza, 2018

Bibliografia:
Bonomi A., Casabella-Continuità, Le prime esperienze cooperativistiche dell'Ina/casa della provincia di Milano, Milano 1961, n. 257, novembre
Vercelloni V., Controspazio, In attesa della città dei servizi, Bari 1969, n. 4-5, settembre-ottobre
Drugman F., AU. Arredo Urbano, Neologismi venti anni dopo, Roma 1984, n. 9-10, ottobre-aprile
Scarpini G., L'architettura. Cronache e storia, Un filone programmatico dell'architettura milanese, 1991, n. 427, maggio
Brenna M./ Camponogara C., AL - Mensile d'informazione degli architetti lombardi, Fredi Drugman: Milano, Monza, Sesto San Giovanni, Muggiò, Milano 2002, n. 10, ottobre, pp. 52-55
Rephisti F., Notiziario del Collegio di Monza degli Architetti e Ingegneri, Architettura contemporanea a Monza, 2006, settembre, pp. 18-19
Coppa A. (a cura di), Monza Architetture Contemporanee, Comune di Monza, Monza, 2018

Sitografia:   
http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture900/schede/p4010-00402/
https://casva.milanocastello.it/it/content/fredi-drugman
https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/siusa/pagina.pl?TipoPag=prodpersona&Chiave=21180

Credit immagini:
© Alessandro Villa